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    Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti

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    vi premetto che è una cosa che ho scritto un bel pò di tempo fa quando in Italia era uscito appena Betrayed quindi dovrei aggiornarlo ma non mi va :D anche perché dovrei finirlo:




    Salve a tutti! Mi chiamo Emily Parker e... e questa è la mia storia.
    Mi ritrovo qui a scrivere un vecchio diario, ogni tanto guardando il soffitto della casa-famiglia decadente, si ostinano a chiamarla così, quando anche loro non sono perfetti.
    Comunque questo è il mio primo diario, anche se ne avevo un altro, prima dell'incendio che cambiò del tutto la mia vita.

    TEXAS, 4 ANNI FA
    C'era il sole quel giorno, la mamma aveva deciso che era il momento di fare acquisti per il nascituro, per tutto il giorno io e Kyle abbiamo salutato la nostra "ospite", se la si può chiamare tale, non la vedeva nessun'altro.... all'inizio era dura, ma ci eravamo abituati a lei, era gentile, dolce e tenera con noi... proprio come la mamma; l'unico fatto è che quest'ultima era incinta di 8 mesi, quasi nove e lei no.
    Io e Kyle ci guardammo mentre stavamo nella macchina della mamma... lei era scese un attimo, dicendoci di stare dietro fermi a giocare.
    << Ehi! Emily! >> mi chiamò il mio fratellino, gemello. Lo eravamo in tutto, mi piaceva come cosa, che capiva ogni mio futile pensiero... Lo guardai e risposi, un tempo mi riusciva facile, oggi no: << Cosa c'è? >>
    << Io... sento che... non dobbiamo più risponderle...>>
    Rimasi un attimo scioccata: << Ma cosa dici? Se ti è sempre piaciuta. >>
    Kyle scosse la testa << Un tempo è stato così, ma ora no... Non capisci, stiamo crescendo dobbiamo smetterla di immaginare le cose. >>
    << Lei non è immaginaria! E' più reale di quanto tu creda! >>esclamai arrabbiata... avevo parlato con l'ospite, e anche se si rifiutava di dirmi il suo nome, sentivo che mi voleva molto bene e che ci teneva sia al mio futuro che al quello di Kyle.
    Lui alzò le spalle indifferente << Sarà... ma per me... io non voglio più credere in un allucinazione. >>
    Da quel momento Kyle non riuscii più a vedere la nostra ospite, fu solo tramite me che lui conversava con lei, anche se credevo che lei riuscisse benissimo a sentirlo... forse lo faceva per dispetto.

    Texas, Palazzo Condominiale, 23.46
    Era Natale, una festa che amavo da piccola, ma che ora odio del tutto... quella sera papà era tornato a casa contento, aveva deciso di lavorare extra, non eravamo molto ricchi e la mamma aveva preparato la tolta alla vaniglia che mi piaceva molto.
    Eravamo tutti li quando sentii il suo richiamo, mi alzai dalla tavola dicendo che dovevo andare un attimo in bagno.
    Appena aprii la porta lei era li, sempre perfetta... non ero mai riuscita a vederla del tutto, era come un ombra sempre presente nella mia vita, che si muoveva silenziosa apparendo quando ne avevo bisogno, di solito era sempre stato così...
    Le sorrisi, anche se non ricambiò << Ciao! Vuoi farmi gli auguri di Natale? >> di solito veniva anche ai compleanni.
    Lei scosse la testa con energia, e quando parlò mi lasciò affascinata come al solito, era melodioso e sublime il suono della sua voce: << Questa sera... tu e Kyle dovete andarvene. >>
    La guardai un attimo scombussolata << Cosa? >>
    << Si, dovete andare via da qui... l'edificio non è sicuro... ci sarà un incendio, verso le 3. >>
    La guardai e mi parve più chiara del solito, annuii... di solito ciò che mi diceva era vero... uscii dal bagno... non potevo uscirmene e rovinare tutto, cosa che facevo sempre con Kyle, ma questa volta sapevo che se avessi parlato lui non mi avrebbe appoggiato.
    Per tutta la sera rimasi in ansia... quando la mamma ci mise a letto parlai a Kyle.
    << Kyle. Stai dormendo? >>
    Kyle si mise a sedere subito sorridendo << Certo che no! Sto aspettando l'arrivo di babbo natale... l'arrivo di mamma che ci dice: Ehi! Vi sono arrivati i regali! >>
    Scossi la testa e mi misi a sedere anche io.
    << Non pensare ai regali... mi è apparsa. >>
    Kyle mi guardò serio << Emily, devi smetterla di parlare con lei porta solo guai. >>
    Scossi la testa << Non è vero! >>
    Si sedette sul mio letto: << Rifletti! Da quando la vediamo e le parliamo finiamo sempre col rovinare ogni cosa... pensa alla vacanza che aveva vinto papà... l'abbiamo rovinata solo perché lei ci ha suggerito di andare a prendere i gelati... abbiamo rotto talmente tanto a papà che lui si è messo a sbraitare, ma talmente tanto che la mamma era dovuta scendere dalla macchina e farsela a piedi con noi. >>
    << Ma se ricordi bene, quel giorno, grazie al nostro ritardo abbiamo salvato la vita a tutta la famiglia, >> gli ricordai.
    << Era solo un caso, le ombre non possono vedere il futuro >> disse.
    Scossi la testa << Pensa quello che vuoi, ma alle tre ce ne dobbiamo andare, me l'ha detto lei... ci sarà un incendio...>>
    << Sei fuori di testa Emily? Tu non ragioni quando fai le cose? Ma perché ci parli? Perché mi dici tutto questo... io non voglio sapere tutto questo... oggi è Natale, voglio solo stare bene... smettila di parlarmi!>> mi sgridò, era arrabbiato si alzò dal letto e si avviò verso la porta << Resta pure a parlare con un ombra, che ti risponde secondo ciò che pensi! Dovrai crescere prima o poi, e un giorno io ti dirò: Te l'avevo detto che era solo un ombra... e ricordati che la tua folle allucinazione... è folle per davvero! >> non è che avesse molto senso, ma avevo capito. Voleva che stessi zitta, godendosi il resto della giornata. Kyle uscii dalla stanza, sbattendo la porta, pareva proprio papà. Mi coricai del tutto e scoppiai a piangere, non avevamo mai litigato e ora il nostro legame era spezzato.
    Sentii che l'ombra era vicina, si era messa seduta sul resto del mio letto, mi stava accarezzando, lo faceva spesso, per confortarmi...
    << E' colpa tua, >> l'accusai senza energia...
    << No. E' colpa di tuo fratello... non crede nella mia esistenza, lo so... e non crede nemmeno in te, >> mi disse.
    << Perché mi dici questo? Perché appari a me e a nessun altro? >> le chiesi.
    Finora non aveva mai risposto a questa domanda e ogni volta che io e mio fratello le avevamo fatto quella domanda milioni di volte, e lei ogni volta spariva nel nulla o ci distraeva parlandoci di altro.
    Questa volta mi stupii... rispose alla domanda << Perché ti ho scelto. Avevo scelto anche tuo fratello, ma non credendo più in me... non posso fare niente... >>
    Rimasi un attimo senza fiato e mi misi a sedere per guardarla in faccia... la sua faccia, il suo corpo... non mi erano mai apparsi tanto nitidi << Perché ci avevi scelti? >>
    Lei rise, la sua risata era una delle cose più belle che avessi mai sentito: << Tu e tuo fratello siete speciali... il tuo destino è stato scritto, e anche il suo... purtroppo. Ma ora... è troppo presto per parlarne, te ne parlerò a tempo debito. >>
    Rimasi frustata, stava cercando di nuovo di cambiare argomento... perché?
    Lei rise ancora, mi accarezzò la guancia e la fronte << Lo capirei, ora devi fare esattamente quello che ti dico, okay? >> vedendomi con un aria smarrita, smise di sorridere e mi fissò seriamente << Ti fidi di me? >>
    Era a quella domanda che non sapevo rispondere... sapevo che mi fidavo troppo di lei, ma dopo quello che mi aveva detto Kyle, non sapevo cosa pensare... se era un allucinazione... come aveva fatto a dirci che dovevamo prenderci un gelato nel momento esatto in cui stavamo quasi per avere un incidente? Lei mi aveva sempre aiutato, ma ora era in dubbio... la fissai un pò triste e le dissi << Credo di si. >>
    << Non lasciare che il dubbio e la confusione si impossessino di te, come tuo fratello >> mi disse dolce, per niente arrabbiata.
    Sospirai di sollievo e lei continuò << Ora ascoltami, alle tre tutti gli appartamenti staranno iniziando ad andare a fuoco, devi riuscire a convincere tuo fratello a saltare dalla finestra... >> vedendo la mia faccia si limitò ad aggiungere << fidati di me, non accadrà nulla, ci sarò io ad aiutarvi. >>
    << Dalla finestra? Ma... ma... siamo al 5 piano... cioé se cadiamo ci facciamo molto male. >>
    Lei rise << fidati >> e scomparve.

    2.35
    Kyle aveva finito di scartare i regali, come me e per un attimo avevo dimenticato del tutto le cose che mi aveva detto l'ombra... scartai i regali come al solito e sorrisi vedendo i vestiti, le bambole e tutto il resto che mi avevano regalato... c'era un portafoto che i miei usarono subito per mettere una foto completa della famiglia, quando eravamo andati al mare.
    Sorrisi vedendola, quel giorno l'ombra mi aveva consigliato di non prendere la pasta, come aveva fatto papà... all'inizio non capii perché, poi dopo qualche ora papà disse di non sentirsi bene e andando in bagno con la mamma lo sentii vomitare.
    Guardai un attimo fuori dalla finestra e vidi l'ombra, non sembrava lei sembrava più in carne ed ossa che mai, mi fece un cenno verso mio fratello... non so come ma i miei andarono in cucina... quello era il momento buono per parlare con Kyle.
    Mi avvicinai e gli sorrisi, lui ricambiò... una cosa bella di lui? Che le arrabbiature gli passavano. << Senti Kyle a proposito di quello che è successo prima... >>
    << Non voglio parlarne, so che lei ti ha chiesto di parlarmi, perché sento che è qui vicino, ma io non voglio sentire... ti ho detto che per me lei è un allucinazione e basta... >> mi rispose un pò troppo brusco.
    Scossi la testa << Ascoltami stasera succederà qualcosa e... >> in quel momento sentii qualcosa... non era una bella sensazione, mi sembrava di sentire un urlo... non era udibile, perché mio fratello mi guardava aspettando una spiegazione che sapevo di non dargli... qualcuno stava gridando ed era terribilmente vicino, guardai subito fuori dalla finestra c'era lei e non era un ombra... e c'era un ramo che prima non c'era di sicuro, mi alzai e mi avvicinai velocemente aprendo la finestra.
    << Emily! >> mi chiamò Kyle correndomi dietro << che diamine fai? >>
    << Lei è li, ci sta aspettando... vuole che la seguiamo >> gli dissi incantata dalla bellezza della donna... non avevo mai visto nessuno come lei.
    << Ma che diamine dici? >> mi chiese allontanandosi da me, io lo guardai.
    << Dobbiamo saltare. >>
    << Tu sei pazza, >> mi rispose allontanandosi dalla finestra, sentimmo dei rumori sordi e prima che potessi solo dire che non ero per niente pazza, udimmo l'urlo di papà... ci guardammo per un attimo, io rimasi immobilizzata, da ciò che sentivo che dovevo fare cioé saltare e quello che volevo fare cioé correre da mio padre a vedere cosa succedesse... mio fratello mi guardò, avendo le mie stesse intenzioni.
    << Papà?! Tutto okay? >> chiese Kyle.
    I secondi passarono e non successe nulla... all'improvviso vidi del fumo che usciva dalla porta... e non so come sentii che non era per niente okay... come se percepissi la forza vitale di mio padre abbandonarlo, e quella di mia madre... parlai e dissi tutto troppo calmo << Sono morti... dobbiamo saltare. >>
    Kyle mi guardò scioccato e si allontanò.
    << Kyle dobbiamo saltare... così potremo salvarci. >>
    Lui scosse la testa e si girò verso la porta, << No! Io voglio andare dalla mamma... >>
    << La mamma non c'è più >> non ero io a parlare... quella era la mia voce, ma non potevo essere così menefreghista... era la mia mamma... ma allora... che mi prendeva?
    << Senti, non mi interessa cosa mi dici... io voglio solo la mia mamma... non voglio fare ciò che ti dice l'ombra, non voglio saltare e morire di sicuro...>> mi rispose Kyle arrabbiato.
    << Ascoltami Kyle... >>
    << No ascoltami tu. Tu non capisci? Li dietro ci sono i nostri genitori e tu... tu che fai? Decidi di salvarti la vita... ascoltando i consigli della tua mente, ma ora ti dico una cosa: a me non importa niente di ciò che ti ha detto... non mi importa di quello che mi hai detto... >> mi guardò un attimo schifato poi continuò << ... tu non puoi essere mia sorella, la stessa persona che quando mamma si è fatta male ha pianto per una settimana... non sei lei... e... non voglio sentirti più! >>
    Lo guardai a bocca aperta, iniziando a piangere << No, Kyle... ti prego...>>
    << Non iniziare! >> poi velocemente corse verso la porta e l'aprii entrò tutto fumo nero e lui sparii dalla mia visuale.
    Qualcosa o qualcuno mi girò velocemente verso fuori e mi ritrovai sul cornicione... era lei.
    Scossi la testa guardandomi le spalle, non potevo lasciare tutto, io non ero così... quella era la mia famiglia.
    << Emily ascoltami >> guardai la donna piangendo << ti ho detto che tu hai il tuo destino, devi solo decidere tu se adempierlo, come stai facendo adesso... o distruggerlo come ha appena fatto tuo fratello... so che è difficile da accettare che buttandoti avrai una nuova vita, ma io ti resterò accanto per sempre... non dovrai più avere paura... ti chiedo solo di fidarti di me. >>
    Non potevo scegliere, ma sapevo cosa volevo... vivere.
    La guardai di nuovo e le chiesi << e se salto cosa ne sarà di me? So che quelli che non hanno una famiglia vanno in un posto molto brutto... >>
    Lei sorrise << Fidati >> mi prese la mano e mentre chiudevo gli occhi, avvertii il vuoto sotto di me, solo per un secondo... non ebbi tempo di urlare, che sbattei per terra con forza...

    TRE GIORNI DOPO
    << Non sappiamo chi sia, l'abbiamo trovata solo per terra, piena di cenere. >>
    Le voci stavano diventando sempre più udibili, piano piano aprii gli occhi, mi faceva male la gamba, scoppiai a piangere... non ricordavo niente... di sicuro c'era la mamma che mi stava aspettando con i biscotti al cioccolato che faceva sempre... ma allora perché non sentivo il profumo dei biscotti? Perché sentivo uno strano odore? Tipo di chiuso.
    Aprii gli occhi continuando a piangere, c'era una signora davanti a me che mi fissava, con talmente tanta intensità che mi mise a disagio... mi guardai intorno, tutto era troppo chiaro, il muro, i letti, i vestiti... mi facevano venire il mal di testa.
    Non vidi la mia famiglia... poi ricordai... io ero viva... loro no. Ero sola e la donna mi aveva lasciato... mi ero fidati affidandomi a ciò che mi aveva promesso... mi aveva ingannato... iniziai ad innervosirmi... il pianto fu presto abbandonato lasciando posto a una rabbia che non avevo mai provato da quando ero nata... sentii un botto tremendo e alzando lo sguardo notai che la TV era... non era possibile... esplosa letteralmente.
    Dei signori entrarono nella stanza seguendo il botto e guardarono esterreffatti ciò che era successo... li sentii parlare tra loro, ma li ignorai.
    Kyle era morto, nonostante quello che gli avevo detto, lui aveva deciso di morire con la mamma e il papà... niente sarebbe stato più uguale.
    Una cosa di sicuro non avrei mai più fatto. Parlare. Non volevo più parlare, sapere che qualcuno dipendeva da quello che dicevo, mi sarei finta muta... così... questo era l'inizio della mia vita... desolata e solitaria: all'orfanotrofio.
     
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